La Corte di Cassazione, attraverso la sentenza depositata il 1° novembre del 2025, rigetta il ricorso della dipendete di una Azienda Ospedaliera Universitaria licenziata per aver fatto plurimi accessi ai fascicoli sanitari dei pazienti del nosocomio per scopi personali e non di servizio. La donna, infatti, intendeva recepire informazioni personali su alcuni vicini di casa con i quali sono venute a nascere delle controversie.

La Suprema Corte ha quindi stabilito la legittimità del licenziamento della dipendente per l’accesso alle informazioni personali e particolari contenute nei fascicoli sanitari per motivi diversi da quelli di servizio per i quali era stata autorizzata.


Per una consulenza specifica sulla legittimità di accesso ai dati da parte dei dipendenti o, più in generale, in materia di protezione dati e normativa GDPR, contatta i nostri uffici.

Altri articoli

Scopri altre novità sulla protezione dati e GDPR.

Anche la sola visione da remoto delle immagini è trattamento di dati

L’installazione di un impianto di videosorveglianza anche senza registrazione deve essere autorizzato

La corretta gestione dei gruppi whatsapp aziendali

Senza esplicito consenso, non si può inserire il numero personale di un dipendente in una chat aziendale

Attacco hacker alla piattaforma sanitaria “Paziente Consapevole”: rubati i dati sensibili di migliaia di pazienti lombardi

I dati rubati danno il via a una truffa che poggia su finti solleciti di presunti pagamenti pagamenti per prestazini ricevuta e non saldate