Il duro attacco informatico subito da Almaviva, che si occupa dei servizi IT e digitali per conto delle infrastrutture strategiche nazionali, ha permesso agli hacker che lo hanno ideato di trafugare 2.3 terabyte di dati amministrativi, operativi e sensibili. Questa immensa miniera di dati include i piani industriali di Ferrovie dello fino al 2035, i contratti con il Ministero della Difesa e l'Aeronautica Militare, le liste prioritarie di forniture legate alla difesa, la documentazione riservata di progetti che riguardano anche Leonardo e Vitrociset ma anche informazioni sui singoli cittadini come informazioni bancarie, documenti di identità personali, buste paga dei dipendenti e configurazioni web.
Almaviva, che vanta di possedere un altro livello di conoscenza delle minacce informatiche a motivo del quale affianca le Forze Armate e le forze dell’Ordine, ha confermato pubblicamente l’attacco e rassicurato relativamente all’identificazione e isolamento della minaccia. Tuttavia, un cyberattacco di questa portata e proprio ai danni di un provider che dovrebbe dare garanzia di protezione digitale delle infrastrutture critiche, solleva diversi dubbi circa il motivo di vanto dell’azienda.
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