Dopo aver segnalato al proprio ente azioni volte a favorire alcuni soggetti nell’erogazione di buoni pasto, indennità di turno, permessi studio e assegnazioni irregolari di fondi regionali, una agente della polizia locale è stata isolata e mortificata (anche attraverso minacce e intimidazioni) tanto dal suo comandante, che dai colleghi. La donna, inoltre, è stata raggiunta da diverse sanzioni disciplinari, demansionata e privata delle credenziali di accesso all’archivio informatico.

Rivoltasi al tribunale di Bergamo, quest’ultimo ha invalidato le azioni disciplinari sottolineandone la violazione della normativa sulla segnalazione degli illeciti previste per la pubblica amministrazione (articolo 54 bis del Dlgs 165/2001) e condannato l’ente a risarcirla del danno morale subito.

Per quanto la sentenza si basi sulle norme che regolano il lavoro pubblico, va sottolineato che il divieto di ritorsione su coloro che segnalano gli illeciti sono le stesse previste dal Decreto Whistleblowing (Dlgs 24/2023) e che regolano il lavoro privato.


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